La storia di Marsala Città dalle sue origini
Terra di Sicilia, leggendaria, sorge su Capo Boeo, punta estrema dell’Italia. Lega il suo nome al vino marsala e alla storia della nostra Repubblica che da qui, l’11 Maggio 1860, Garibaldi avviò verso l’unificazione. Fare due passi nel Cassaro o un’escursione fuori dalle storiche Porte, dà l’idea delle risorse e delle bellezze di Marsala, la quinta della Sicilia per popolazione con più di 85 mila abitanti. Si scopre così una città mediterranea e moderna, che si divide tra mare e terra: anzi, la sua stessa storia è un rincorrersi di entrambi, prima di trovare nel vino la sua naturale sintesi.
I Fenici giungono dal mare per insediarsi nella vicina isola di Mozia, la perla archeologica nella laguna dello Stagnone distrutta nel 397 a.C. I superstiti si trasferiscono sulla terraferma e fondano Lilybeo, poi passata sotto i Romani. Ancora dal mare arrivano gli Arabi (VIII secolo) che ribattezzano la città Marsa Allah da cui ha origine l’attuale nome. Quindi è la volta di Normanni, Svevi, Angioini che fanno di Marsala un fiorente centro agricolo: nascono feudi, si diffondono le colture di cereali. L’arrivo degli Spagnoli (1575) segna il declino delle attività legate al mare per la scellerata chiusura del porto.
Il mare ridiventa protagonista della storia della città quando il commerciante inglese John Woodhouse spedisce un carico di vino a Liverpool: è il 1773, l’anno di nascita del vino marsala. Nel nome di questa nobile Doc, mare e terra si ritrovano in un felice connubio a tutto vantaggio dell’economia della città che comincia ad attirare uomini d’affari. Per primi sono gli Inglesi; poi arrivano i Florio. Quasi a metà dell’800, il marsala diventa una storia italiana, suggellata più tardi dall’impresa dei Mille garibaldini cui si uniscono i picciotti siciliani. Il resto, è la storia recente di una città che vuole ricavarsi un ruolo nell’area del Mediterraneo. Con una propria identità,che affiora tra l’antico e il moderno.
Marsala conserva innumerevoli testimonianze. Il patrimonio artistico è ampio, con santuari e grotte, ipogei e strade sommerse, necropoli e terme, relitti di navi e anfore. Nel museo di Baglio Anselmi si custodiscono i legni della più antica nave punica da guerra, nonché i preziosi reperti delle recenti scoperte venuti alla luce nel Parco archeologico, le statue della Venere callipige e di Iside. Le strade, dove si affacciano antichi palazzi nobiliari e in stile barocco, conducono il visitatore tra imponenti chiese, monumenti e le opere d’arte del Convento del Carmine; gli arazzi fiamminghi del Museo della Matrice e i bellissimi affreschi del Teatro comunale. Le testimonianze fenicio-puniche e romane sono concentrate nel cuore antico della città e, soprattutto, nell‘isola di Mozia (San Pantaleo), l’antica città fenicia teatro di tante battaglie – raggiungibile in pochissimi minuti dalla terraferma – custode dell’imponente statua in marmo del giovane auriga Alcimedonte.
Esclusivo nel territorio di Marsala è il paesaggio con l’incantevole campagna, le spiagge, lo Stagnone e la fenicia Mozia. Arrivando in città sono i vigneti, con i filari regolari di viti, i protagonisti del paesaggio agrario costellato di bagli, mentre nelle vie di accesso al centro abitato, sono i grandi stabilimenti vinicoli. Ma il vero protagonista di questo paesaggio è l’uomo, capace di coltivare i vigneti fino al mare, e il mare stesso con le saline per produrre il sale sfruttando la forza del vento e il calore del sole. Spettacoli magici offrono le acque delle saline con i loro mulini a vento, quando al tramonto si tingono di rosso e le vasche salanti di rosa, grazie a particolari archeobatteri alofili, o nel periodo tra giugno e settembre quando compaiono i bianchissimi cumuli di sale. Da Capo Boeo e da Rakalia, si godono stupendi panorami sulla costa, sulle isole Egadi, sullo Stagnone, fino al Monte Erice. Per ulteriori informazioni visita il sito www.turismocomunemarsala.com